Un diario dal Burundi – Parte 1

ECCOMI,  qual è il tuo ruolo nel mondo?
Chiedeva una suora laica su un’articolo di una rivista che trovai nella sala lettura del piccolo stabile dei Saveriani a Bujunbura, dove ho passato i miei primi 10 giorni in Africa.
Usava proprio la parola “ECCOMI” come mantra per rispondere alla chiamata del Signore di andare in Missione e trovare il proprio posto  nel mondo.
Ho trovato che non fosse una coincidenza che mi fosse capitato quell’articolo davanti, che mi invitata a rispondere subito.

Eccomi è una ONLUS che ha del vero nel suo costante lavoro di volontariato, che porta ai bambini burundesi e alle donne aiuti concreti e stabili.
Mi sono imbattuta in questa no profit grazie alla zia del marito di mia cugina, Emilia D’andria, che dal momento in cui l’ho conosciuta mi ha trasmesso subito l’amore per la sua attività di volontariato e ho creduto che fare un ‘esperienza con lei mi avrebbe portato di sicuro qualche cosa.

Ebbene questo è solo un preambolo mentale, ho molto da trasmettere su un’esperienza umanitaria così diretta, ma a parole non è un’impresa facile, perchè l’Africa è un continente che lascia a  bocca aperta, per l’intensità del popolo e la grande energia che si sente nella sua terra rossa incandescente, profondamente ricca nella sua essenza, seppure povera dal punto di vista occidentale.

Devo dire che a me, seppure piaccia vivere in Europa, essendo cresciuta nei confort di una società evoluta, ma involuta nel lusso e avendo vissuto in pace e democrazia, in certe condizioni di vita, sono molto più a mio agio, umanamente parlando, perchè trovo spesso le contraddizioni e l’isolamento della società postmoderna aberranti, fasulle e inutili.
Quando andai in India, sentii un grande senso di pace,appartenenza e accoglienza; in Africa questo effetto di unità è ancora molto più forte, è come se fosse solo dato a me scegliere a che livello di profondità entrarvi in relazione vera.
Per esempio le donne dell’Atelier di Eccomi sono molto inclusive, gioiose, piene di curiosità e subito abbiamo instaurato, direi addirittura, un rapporto di sorellanza…

 

A cura di Giada Carlucci

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